12/04/2015 Tevere-San vito-Tevere

Tevere e dintorni

Erano diverse settimane che aspettavo il momento propizio per proporre questo itinerario, ma causa maltempo, non avevo mai trovato il momento giusto, in quanto, dovendo per buona parte costeggiare il Tevere, si doveva aspettare che il sole primaverile, asciugasse il tracciato.

Il grande giorno è finalmente arrivato. Partenza fissata per le 8:30.

La prima parte del percorso vola via velocemente essendo quasi tutta in lieve discesa fino all’imbocco del sentiero che ci conduce sulle sponde del Tevere. Troviamo gruppi di persone già accampati per mangiare all’aperto e tende di pescatori che, evidentemente, avevano trascorso la notte sulle rive del fiume.

Arriviamo poco dopo al “Porto dell’Olio” di Otricoli.

Città romana situata nelle vicinanze di una grande ansa del Tevere, era munita appunto, di un porto detto “Porto dell’Olio”. Ciò contribuì non poco alla prosperità di Ocricoli, per gli abbondanti commerci in prodotti fittili, e naturalmente in olio, (maggiori info al sito: http://www.romanoimpero.com/2014/06/ocriculum-umbria.html)

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Lasciamo la zona archeologica diretti alla prossima tappa del nostro Itinerario: il borgo di San Vito.

Dopo qualche chilometro in pianura, nei pressi del Tevere, la traccia seguita si inerpica per una strada che risale verso l’antico borgo (http://it.wikipedia.org/wiki/San_Vito_(Narni)) da dove si domina tutta la vallata sul Tevere: è un panorama mozzafiato.

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Lasciamo San Vito e proseguiamo il nostro giro scendendo verso Orte, da dove decidiamo di rientrare costeggiando di nuovo il Tevere, ma sull’altra sponda. Mentre scendiamo sulla sterrata lungo il fiume, ammiro lo splendido paesaggio.

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Ora ci attende il rientro. Arriviamo stremati, con più di 80 Km sulle gambe, ma veramente soddisfatti di questo che è stato, non un giro in MTB, ma un vero e proprio giro cicloturistico.

Ai link seguenti tutte le foto e la traccia.

https://plus.google.com/photos/102232734301448649305/albums/6137121025715210033

https://connect.garmin.com/modern/activity/744782654

01-03-2015 Girovagando sul Cimino

Grazie, Raimondo. Grazie!!

La traccia di questa domenica ci ha portato alla scoperta di un nuovo sentiero che dal centro di Canepina s’inerpica verso il monte Cimino. La salita, proposta da qualche settimana da Raimondo ma sempre scartata, è molto dura, con tratti al 22% e al 24%, ma la bellezza del percorso non ha uguali. La strada, infatti, è costeggiata da infiniti alberi di castagno che si perdono a vista d’occhio lungo le vallate del monte Viterbese. Le foglie cadute in autunno sembrano formare un doppio scalino marrone ai bordi della strada che ci accompagna dall’inizio della salita, fino in cima.

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Peccato per chi non c’era… Specialmente per Umberto che, amante delle salite, avrebbe sicuramente gradito. Ma, per la gioia degli assenti, credo che il giro vada ripetuto in primavera, dopo la fioritura dei castagni, per assaporarlo e gustarlo con ingredienti diversi.

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La salita, 5,2 Km con 375 mt di dislivello dal centro di Canepina fino alla SS. Cimina, si può dividere in due parti: la prima (con i picchi di pendenze sopra citate) di 2,5 Km al 8,5% e la seconda di 2,3 Km al 6,7%. Non sembrerebbe nulla di che, ma vi assicuro che i tratti al 25%, che si trovano già dopo pochi metri, ti spezzano subito le gambe: se li affronti troppo forte e non sai gestirti, rischi seriamente di non arrivare in cima.

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Ci fermiamo più volte lungo la salita per scattare delle foto: le pause sono abbastanza lunghe, soprattutto per posizionare l’Iphone in autoscatto. È un lavoro certosino e da equilibristi della fotografia, al quale Luca (il fotografo) non può astenersi.

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In cima ci dividiamo tra chi deve rientrare prima per impegni familiari e chi, invece, prosegue lungo la traccia stabilita in partenza che prevede di passare per Soriano nel Cimino.

Arriviamo a Fabrica stanchi, sicuramente più di altre volte, ma veramente felici e soddisfatti della mattinata trascorsa in sella alle nostre MTB.

Ecco la traccia GPX

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22-02-2015 La fortuna aiuta gli audaci

Come non definire fortunato il giro portato a termine questa domenica? Nonostante tutte le previsioni meteo che non lasciavamo speranze, 5 impavidi Lenti&Tenaci si sono dati comunque appuntamento per la solita uscita domenicale.
Dopo un paio di interventi sulle bici, che Roberto definirebbe a cuore aperto, si parte con un itinerario che andremmo a definire durante il tragitto. Corchiano, Gallese e Gallese scalo, accompagnati da una leggera pioggerella che non infastidisce neanche un po’.
Quindi, nei pressi della provinciale che collega Borghetto con Orte, suggerisco di andare a perlustrare una parte del percorso che ho in serbo per le prossime uscite, ma che mi lascia dei dubbi riguardo ad un ponte sul Tevere.
Arriviamo facilmente al punto in questione: da lì non si passa; c’è una centrale dell’Enel con cancelli e reti che non permette di arrivare al ponte. Dovrò trovare qualcos’altro per portare a termine il giro che ho in mente.
Con un pizzico di delusione riprendiamo il nostro cammino, risalendo da Borghetto verso Corchiano; proseguiamo per la macchina della Bandita poi Scudicetti e Capannelle.
Risaliamo verso Carbognano per accompagnare Raimondo, ma deviamo a metà salita circa per prendere una stradina che, dopo aver attraversato un uliveto ed un noccioleto, con conseguenti discesa a salita molto ripide e fangose, giungiamo nei pressi del Barco, completando il nostro giro domenicale.
Sono quasi le 12:30 quando un pallido sole ci saluta al nostro ritorno a casa.
Saluti
Ci vediamo domenica prossima.

Ecco la traccia del giro:
https://connect.garmin.com/modern/activity/703695140

08-02-2015 Strada bagnata, giro sul duro

Ore 8:00. Apro gli occhi qualche secondo prima che la sveglia suoni. È domenica, non voglio assolutamente fare tardi all’appuntamento delle 9:00. Dopo il forfait forzato della scorsa settimana, questo giro non me lo voglio perdere per nessun motivo al mondo. Come da previsioni c’è il sole, ma fa lo stesso molto freddo. Non m’importa, mi coprirò un po’ di più. Il tempo di prepararmi e sono in bici, diretto al bar Tetris. Quando arrivo, trovo già un gruppetto dei nostri che sta impazientemente aspettando l’arrivo degli altri per decidere il percorso odierno. Non c’è tanta scelta: le abbondanti piogge cadute durante tutta la settimana ci portano a decidere per un giro su un terreno duro, cercando di evitare, nel miglior modo possibile, fango e terreni poco battuti. In queste condizioni, il giro Centignano-Bassano in Teverina la spunta quasi sempre. Si parte, andatura controllata per scaldare i muscoli e per permettere al sole di salire e intiepidire un po’ la temperatura. Dopo Corchiano, ci aspetta il tratto in falsopiano fino a Centignano: lo affronto tranquillamente, senza forzare, chiacchierando con Luca (il fotografo). Quando arriviamo alla fine della salita e raggiungiamo gli altri, veniamo accolti dalle solite battute sui ritardatari… ma avevamo una buona scusa: la ruota posteriore della bici di Luca era un po’ frenata; ecco il motivo del nostro ritardo!!! Ma gli altri non la bevono, continuando a schernirci con le loro battute.

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Proseguiamo il giro nelle campagne tra Vasanello e Bassano in Teverina. Rimango anche qui attardato, stavolta chiacchierando con Massimiliano. Raggiungiamo gli altri al bivio della provinciale tra Bassano ed Orte, cogliendo le ultime parole di un battibecco con una signorina che si lamentava della loro presenza alquanto ingombrante…

Arrivati a Bassano, ci dirigiamo al bar per il consueto caffè di metà mattina, stavolta offerto d Nicola. Dopo un piccolo spuntino a base di barrette ed integratori, siamo pronti per il rientro.

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La sterrata che ci conduce fino alle porte di Vignanello è una gincana tra le pozzanghere. Alcune sono talmente estese da non poter essere evitate. Quanto alla profondità, me ne accorgo poco dopo, vedendo il mio piede scomparire e riapparire dall’acqua. Fortunatamente indosso i copriscarpe. Presi in saldo quasi tre anni fa, fanno ancora benissimo il loro mestiere: il piede rimane asciutto anche a contatto con l’acqua; 25 € spesi proprio bene.

Ricompattiamo il gruppo a Vignanello, al piazzale che ospita la fiera del freddo che si svolge a novembre, e concludiamo il giro rientrando, non prima di una nuova escursione nell’acqua, stavolta alle porte di Fabrica.

Non è finita: c’è ancora il tempo per un piccolo ristoro a base di miele e marmellata per Nicola, che al rientro dopo un lungo periodo di inattività, necessitava di un’altra dose di benzina per completare il giro.

È il momento dei saluti; a domenica prossima, tempo permenttendo…

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25/01/2015 – Percorso MTB Fabrica di Roma

Eccoci di nuovo a raccontare un uscita in MTB del gruppo “Lenti & Tenaci”, questa volta alle prese con il percorso permanente di Fabrica di Roma, percorso che ospita anche il raduno che il Ns. gruppo organizza a luglio. Favoriti dalla giornata ventosa, che di certo sconsigliava di allontanarsi troppo e di esporsi alle fredde folate della tramontana, dopo un piccolo briefing, abbiamo deciso di tornare a visitare il Ns. percorso, per saggiarne le condizioni e cercare, casomai, delle modifiche da apportare per il prossimo raduno.

Affrontiamo il primo tratto in salita con andatura molto lenta, cercando di scaldare bene bene i muscoli, ma, non appena le ruote delle bici assaporano le foglie ed il fango della Selva, si scatena subito la bagarre. Nessuno vuole rimanere indietro.

Arriviamo in cima col fiatone, dove, prima di tuffarci nel single track in discesa, qualcuno opta per un piccolo ristoro “volante”.

Superata la salita del B&B Menica Marta, all’imbocco con la provinciale, proviamo una variante al circuito originale che, dopo aver attraversato un noccioleto e un uliveto, sfocia in una sterrata che ci riporta al centro storico di Fabrica. Potrebbe essere una modifica interessante, ma dobbiamo prima convincere il proprietario del terreno a lasciarci passare per il raduno.

Proseguiamo il giro ed arriviamo alla macchia dei Puntoni. Il single track che la attraversa è stupendo in questo periodo. Ricoperta di foglie, ma non scivolosa, la traccia è ben visibile e ci permette di affrontarla in tutta tranquillità.

Sono ormai le 11:00 quando, giunti a Faleri, Marco offre il caffè a tutti per festeggiare il suo compleanno.

Riprendiamo il giro, dove ora ci attendono le macchie del Quartaccio e della Bandita. Al Quartaccio troviamo, inevitabilmente, un po’ di fango, ma che non ci ostruisce il passaggio, anzi, rende tutto più divertente.

Il single track che collega il Quartaccio alla Bandita è favoloso: un susseguirsi di curve paraboliche a destra e sinistra, salite ripide e discese; cosa può chiedere di più un MT Biker?

Usciti dal bosco ci attende l’ultima parte del percorso, con la strada Tana dei lupi ed il ritorno fino a Fabrica che decidiamo di rimandare: ci siamo troppo divertiti e non vogliamo rientrare. Aggiungiamo qualche altro Km e qualche altra salita, giusto il necessario per arrivare a casa stanchi, ma ancora una volta, felici, della bella mattinata trascorsa tutti insieme in sella alle nostre MTB.

Ecco alcune foto scattate dal rientrante Luca, fotografo ufficiale del gruppo.

https://plus.google.com/102232734301448649305/posts/WZfgcsnr4E5

7 settembre 2014 – Lenti & Tenaci a ROMA

Seconda edizione stagionale della gita a Roma del Ns. gruppo, remake di quella di giugno, alla quale in molti non avevamo preso parte. Visto che il tragitto non ha, ormai, più segreti, in molti penserete che l’organizzazione sia facile: niente di più sbagliato. I preparativi, iniziati a metà agosto con messaggi su Facebook e WhatsApp per decidere il giorno, proseguono con avvisi e promemoria (spesso concordati tra me ed il Capitano) per informare i partecipanti a cosa si va incontro e su cosa sia necessario portarsi, fino ad arrivare a qualche giorno prima della fatidica data con le ultime raccomandazioni basate sulle previsioni meteo, su cosa e quanto mangiare e sulla bici che, andando incontro ad una giornata “stressante”, deve necessariamente essere revisionata prima della partenza.

L’appuntamento è per le 7:00 al Bar Tetris. Iniziamo ad arrivare alla spicciolata, più o meno insonnoliti, ma consapevoli che quella che ci attende sarà, come cantava Vasco, “una splendida giornata”.

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Dopo le consuete foto di rito, di cui una con dedica a Luca (l’uccello del malaugurio), siamo in sella alle bici: si parte.

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La prima parte del percorso prevede la SP Massarella, che incredibilmente, anche alle 7:00 di una domenica mattina settembrina, è molto trafficata. Cerchiamo di arrivare alla “via degli orti” nel minor tempo possibile per toglierci dai pericoli della Provinciale per poi rilassarci e goderci la strada fino in fondo perché “Il bello non è arrivare. Il bello è viaggiare” (Cars – Motori ruggenti”). Ed è con questa consapevolezza che ho cercato di affrontare questo “viaggio” verso la capitale: volevo sudarmi ogni chilometro, volevo assaporare ogni profumo, volevo osservare il paesaggio che, metro dopo metro, si rivelava ai miei occhi per vivermi pienamente ogni istante.

Arriviamo alle cascate di Monte Gelato dove facciamo una piccola sosta ristoro e scattiamo qualche foto ricordo. Ora ci attende la via Francigena, che ci farà compagnia fino a Formello. È un onore percorrere questa antica via che conduceva e conduce tutt’ora a Roma. La relazione di viaggio più antica sulla “Francigena” risale al 990 ed è compiuta da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma dove ha ricevuto il Pallio dalle mani del Papa. L’arcivescovo inglese descrive le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario… Le informazioni contenute nella cronaca di Sigerico sono molto utili per stabilire quale fosse il tracciato originario della Francigena tra Canterbury e Roma (da wikipedia).

Infatti, nel tratto di Francigena tra Campagnano e Formello, incontriamo un gruppo di pellegrini che, partiti da Londra qualche settimana fa, erano quasi giunti alla fine del loro viaggio.

Da Formello fino a Roma lasciamo la Francigena per accorciare un po’ il tragitto e arriviamo all’imbocco della pista ciclabile che costeggia il Tevere e che ci condurrà fino a Ponte Milvio.

È quasi mezzogiorno quando, il fotografo di giornata, ci fissa con la digitale sullo storico ponte. Pensate, già nel 207 a.c. ci sono scritti che menzionano il ponte, allora fatto di legno.

Il viaggio è ormai finito, le ruote delle nostre MTB sono sui sampietrini della città eterna. Piazza San Pietro, Piazza Venezia, Il Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele Secondo, via dei Fori Imperiali, Il Colosseo, Le Terme di Caracalla, Il Circo Massimo, Via del Corso, Piazza del Popolo, la terrazza del Pincio, Villa Borghese, via Veneto, Piazza Barberini, via Nazionale: che passeggiata fantastica in sella alle NS. bici. Così come questa giornata: splendida, memorabile, entusiasmante.

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Tutte le foto della giornata a questo link.

4 maggio 2014 – Sali&Scendi

Maggio? Ma qualcuno se ne è accorto?

Bè, si, la S.S. Pasqua è passata da ormai due settimane ed il calendario è li, davanti ai nostri occhi, a ricordarcelo. Ma guardando il cielo, ed uscendo di casa, non è che questo sole riscaldi poi così tanto. Spira un verto fortissimo e freddo; vento da nord, vento di tramontana. Spazzerà via le nubi, certo! Ma non sarà per oggi, o meglio, non sarà per noi che ci accingiamo al solito giro domenicale. Ed infatti, all’appuntamento al Tetris, arriviamo tutti infreddoliti. Un buon caffè è quello che ci vuole per riscaldare i nostri umori ed infonderci coraggio.

Come da un po’ di domeniche, il nostro gruppo “Lenti&Tenaci” si divide tra chi ha ormai riposto in soffitta la MTB e fino ad ottobre non la vuole più vedere e chi, a malincuore, segue il gruppone, ma, in cuor suo, preferirebbe proseguire con le ruote artigliate. Quando gli stradisti partono, rimaniamo in attesa degli altri in due: io e mio fratello. L’attesa rimarrà vana. Infatti, poco dopo, decidiamo di partire e di affrontare un giro in Sali&Scendi, nome che ho dato a questa traccia quando l’ho preparata e disegnata con il mio Garmin. Questo ci permetterà di ripararci dal forte vento. L’ascesa verso la Selva fila via abbastanza tranquilla, nonostante le pessime condizioni del fondo stradale, martoriato dalle numerose piogge invernali e di questo scorcio di primavera. Scendendo nel single track incontriamo altri due bikers, che sarebbero diventati i nostri compagni di avventura odierna: Manolo e Lorenzo. Avevano fatto tardi e si erano presentati al Tetris quando, oramai, ce ne eravamo andati. Proseguiamo insieme il giro, e loro, partiti per fare altro, decidono di unirsi a noi con la speranza di conoscere qualche altra sterrata che non hanno mai affrontato con le loro MTB. La loro speranza non sarà vana: la discesa verso Fabrica, lo Scogghio di Martino, la salita dalle Capannelle a Caprarola, sono sterrate e tracks nuovi per loro, che avranno sicuramente apprezzato.

Non possono mancare le foto dallo Scogghio, panoramicamente sempre molto belle.

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La MTB, ed in generale la bicicletta, è uno sport, o meglio, una passione che unisce. Quando divide, ci si deve fare, tutti, un esame di coscienza.

Saluti, ed alla prossima.

Traccia GPX.

13/04/2014 – Primavera

Strana domenica mattina, questa. La sveglia suona alla solita ora, le 7:15, ma, sarà la stanchezza della serata precedente, faccio molta fatica. Non riesco a trovare il telefono che continua, inesorabilmente, a suonare: è un trillo che mai, prima di oggi, mi era sembrato così insopportabile! Finalmente riesco ad afferrare e ad arrestare quella che a tutti gli effetti, era diventata una tortura; ora mi attende il meglio: trovare il coraggio di uscire dal letto. Mi ritornano subito in mente i pensieri e le emozioni con i quali mi ero addormentato: ieri sera, infatti, siamo andati allo Stadio Olimpico a vedere la nostra amata Roma; l’adrenalina che regala seguire una partita dal vivo, rispetto al “divano” di casa, non è paragonabile. Così com vedere la felicità scolpita sul volto di mio figlio, mi fa tornare indietro nel tempo, quando a parti invertite, mio padre ci portava per le prime volte allo stadio, e sicuramente anche lui, voltandosi verso di noi, vedeva negli occhi miei e di mio fratello, la stessa felicità.
Vinco la pigrizia e mi alzo dal letto, ma quando scendo in cucina e apro la finestra, un pizzico di delusione si stampa sul mio volto: sta piovendo. Si profila un giro bagnato e di certo, non ho proprio voglia di bagnarmi. Mentre faccio colazione mando un messaggio al gruppo: se continua così torno a dormire. Alle 7:45, ormai privo di speranza, torno a letto.
Quando mi risveglio, alle 9:30 c’è il sole; forse qualcosa si può ancora fare. Trovo sul telefono delle chiamate di mio fratello e di Andrea. Lo richiamo, ma loro sono ormai lontani e quindi decido di andare da solo. Alle 10 sono in bici e scelgo, per non infangarla troppo, un percorso di strade asfaltate e sterrate battute. Mi accorgo subito che non fa freddo: il sole di questo inizio di primavera è già molto caldo, ed in poco tempo è riuscito ad asciugare le strade. Riesco, così, a gustarmi in pieno questo giro, soffermandomi, più di altre volte, ad ammirare la natura, che sembra sbocciare al mio passaggio; è un susseguisi di colori, forti, accesi. Il bianco ed il rosa dei peschi e dei ciliegi in fiore, il verde dei prati macchiato dal bianco delle margherite, fiori gialli che fanno capolino tra un cespuglio e l’altro e noccioli di nuovo ricoperti da lucenti foglie verdi.

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Concludo il giro dispiaciuto per non essere andato col resto del gruppo, ma felice, anzi, ubriaco, di profumi e colori che solo la primavera sa donare.